Nuvole di Favole

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7.03.2006

3- AMICI VISIBILI

Ai giardinetti, dove andava sempre a giocare Adriano con Dagmar, c’erano sempre anche altri bambini e bambine. Questi bambini giocavano tutto il giorno tra di loro e sembravano divertirsi anche tanto, anche se poi spesso litigavano pure, e talvolta si azzuffavano. Adriano li guardava dall’alto in basso, lui era sicuro che con Dagmar non ci avrebbe litigato mai, perché Dagmar gli voleva bene e faceva sempre di tutto per renderlo felice. Adriano si era convinto che gli amici immaginari sono sempre molto meglio dei bambini veri, i bambini veri fanno i capricci, i dispetti, qualche volta urlano e piangono, e sono spesso una seccatura.
Un giorno però una bambina vera, una bimba buffa con i capelli a caschetto e una fascia per capelli lilla, iniziò a seguire Dagmar e Adriano. Li osservava da lontano, li seguiva, non si perdeva una parola di quello che dicevano e spiava tutto quello che facevano.
Adriano era sospettoso, perché quella bambina non si faceva i fatti suoi?
E poi perché li osservava, forse anche lei riusciva a vedere Dagmar? Se anche lei lo vedeva, sicuramente moriva dalla voglia di giocarci pure lei, visto che Dagmar era l’unico Brontosauro che frequentava i giardinetti, ed anche di sicuro il più simpatico.
Adriano era geloso, geloso da morire, l’idea che quella bambina volesse giocare col suo Dagmar lo faceva impazzire.
Dagmar era il “suo” brontosauro e il “suo” migliore amico, Dagmar era scappato dai “suoi” sogni, era di diritto il brontosauro di Adriano e lui non voleva che giocasse con nessun altro mai: Dagmar era solo suo, era lì per lui e guai a chi glielo voleva rubare!!!!
Adriano era nervoso, si guardava sempre intorno con la paura che prima o poi la bambina con la fascia lilla si sarebbe avvicinata a Dagmar e gli avrebbe chiesto come si chiamava. Adriano sapeva, che quando qualcuno conosceva il nome di un brontosauro era un po’ come possederne una piccola parte, perché quando lo si chiamava per nome, Dagmar non poteva fare a meno di rispondere. Quella bambina avrebbe iniziato a chiamare Dagmar spessissimo, e lui avrebbe iniziato a risponderle, a parlarle e alla fine avrebbe iniziato a giocare anche con lei. E poi chissà, magari quella bambina conosceva più giochi di Adriano, e magari era molto simpatica e sapeva giocare meglio a nascondino, forse avrebbe lasciato vincere Dagmar più spesso e lui si sarebbe divertito di più con lei che con Adriano…
Adriano iniziò senza volerlo ad indossare le lenti a contatto della gelosia, e vedeva dappertutto la bambina dalla fascia lilla, prima era dietro a un albero, poi su una panchina lì vicino, era sempre lì, sempre ad osservarli con quegli occhi sgranati e un sorriso tipico di chi capisce tutte le cose del mondo.
Adriano odiava la bambina dalla fascia lilla, era così carina, così allegra, così sempre sorridente che Adriano era matematicamente sicuro che Dagmar avrebbe preferito essere il dinosauro di quella bambina lì, così simpatica, buffa ed allegra.
Adriano era imbronciato, e iniziava ad aggrottare le sopracciglia anche quando giocava con Dagmar. Era così nervoso e preoccupato che iniziò a pensare di non andare più a giocare ai giardinetti, perché lì c’era troppa gente. Adriano stava benissimo da solo con Dagmar, loro due non avevano bisogno di nessuno: Uffa!!!
E così per vari giorni Adriano decise di non andare ai giardinetti. Rimase a casa a giocare da solo con Dagmar, però c’era qualcosa che non andava. Dagmar ritornò ad avere gli occhioni opachi di tristezza. Adriano cercava di consolarlo, di farlo divertire, di farlo perfino vincere a nascondino, ma Dagmar sembrava avere qualcosa che non andava, era irrimediabilmente ed indubbiamente triste.
Adriano era preoccupato per Dagmar, ma era anche preoccupato che Dagmar avesse in qualche modo nostalgia della bambina colla fascia lilla. Cavolo, Dagmar si era così abituato alla presenza di quella bambina, che forse preferiva ritornare a giocare ai giardinetti.
Adriano ci tornò a malincuore, praticamente fu Dagmar a trascinarlo. “Dai vieni- diceva Dagmar- ci divertiremo di più, e magari faremo anche delle nuove amicizie, non ti farebbe piacere giocare anche con dei bambini veri?”
Adriano batteva i piedi, e diceva di no, che lui non voleva giocare con nessuno a parte Dagmar, ma Dagmar non voleva sentire ragioni, lui voleva andare ai giardinetti a tutti i costi.
Arrivati ai giardinetti, eccola lì, puntuale come un orologio svizzero, c’era la bambina dalla fascia lilla, che sorrideva tutta felice, saltellando e sorridendo come se avesse visto chissà quale cosa meravigliosa. Adriano era sicuro che quella terribile bambina stava facendo tutte quelle feste per il ritorno di Dagmar, ed era ancora più geloso.
Così Adriano cercò di andare a giocare dietro una siepe, tanto per non essere troppo al centro dell’attenzione, ma non c’era niente da fare, la bambina dalla fascia lilla continuava a seguirlo come un ombra.
“Ma si può sapere che cosa vuoi da me?”- sbottò esasperato Adriano.
“V… vuoi giocare con me?”- disse timidamente la bambina dalla fascia lilla.
Adriano la guardò sospettoso.
“Tu non vuoi giocare con me, vuoi giocare con Dagmar”.
“???” rispose la bambina.
“Sì tanto io non ci casco, io e Dagmar adesso ce ne andiamo”
“Dagmar è l’amico invisibile con cui parli sempre?”
“Dagmar non è il mio amico invisibile, Dagmar è il mio brontosauro! – rispose puntiglioso Adriano.”
“Davvero?” -rispose affascinata la bambina dalla fascia lilla.
“Vuoi dire che tu non sapevi che Dagmar è un brontosauro? Che tu non lo riesci a vedere?” –disse Adriano.
“No, ma anch’io ho il mio amico invisibile, si chiama Cartis ed è il mio cuscino. Solo che lui non mi segue tutto il giorno, ci vediamo solo alla sera quando vado a dormire, e di giorno a dire il vero mi manca tanto e mi sento un po’ sola, allora così, visto che anche tu parli sempre con un amico invisibile, pensavo che magari… forse… non so… magari volevi giocare anche un po’ con me che mi puoi vedere. Io di sicuro sono più brava del tuo amico a giocare a nascondino, perché io non posso mai diventare invisibile, o almeno finora non ci sono mai riuscita.”
Adriano la guardò come se la vedesse per la prima volta, la bambina con la fascia lilla voleva giocare con lui? Voleva giocare con lui, che era un semplice bambino, invece che con Dagmar? Certo giocare a nascondino con un bambino vero poteva essere più divertente… non ci aveva mai pensato.
“Ma se noi due giochiamo insieme, Dagmar si annoierà”.
“Facciamo giocare anche Dagmar con noi, ti va?”
E così iniziarono a giocare a nascondiglio tutti insieme, ed in effetti la bambina con la fascia lilla, che in realtà si chiamava Chiara, si nascondeva meglio di Dagmar. Perché lei era più piccola, e non aveva quell’enorme coda che le spuntava da tutti i nascondigli.
Continuarono a giocare alla stessa ora tutti i pomeriggi, e si divertivano. Chiara era molto simpatica e conosceva un sacco di giochi nuovi.
Dagmar era strano in quei giorni, ogni giorno sembrava sempre più basso, più piccolo e la sua coda si faceva sempre più corta. Un pomeriggio, giocavano a nascondiglio e non riuscirono a trovare Dagmar da nessuna parte. Lo cercarono, lo cercarono, lo cercarono, ma niente non riuscivano a trovarlo. Finchè Adriano sentì una vocina piccola, piccola, piccola che veniva dal basso. E sotto un ciuffo d’erba Adriano vide un Dagmar piccolo piccolo, grande quanto un dinosauro di plastica.
“Come mai sei diventato così piccolo?”
“Per nascondermi meglio”- rispose Dagmar.
“Ma adesso sei diventato troppo piccolo per giocare a nascondiglio!”
E così Dagmar confessò l’incofessabile, in realtà lui aveva voglia di giocare con gli altri dinosauri di plastica, perché anche loro hanno la coda e con loro lui poteva giocare ad armi pari.
Adriano trovò giusto che Dagmar volesse giocare anche con qualche dinosauro e non solo con dei bambini, e così gli dette il permesso di andare a giocare con chi voleva, tanto loro si potevano vedere ogni volta che volevano, o male che vada, si potevano sempre vedere la notte nei sogni.
Si abbracciarono e poi Adriano andò a giocare con Chiara, e Dagmar andò a giocare con tutti i dinosauri invisibili dei giardinetti. Poi di sera, nei sogni, Dagmar raccontava ad Adriano tutte le nuove avventure che aveva vissuto, i dinosauri che aveva conosciuto. Ed Adriano si divertiva un sacco a sentire quei nuovi racconti, ed era felice che Dagmar fosse ritornato nella sua immaginazione, tanto ora nella realtà c’era Chiara ed era bello avere un’amica nella realtà e un amico nella fantasia e poter scegliere con chi giocare a seconda dei momenti.
E così Adriano iniziò ad avere più amici tra cui scegliere, e imparare tanti nuovi giochi e nuovi racconti da ognuno di loro.

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