2- UN AMICO IMMAGINARIO
Ma chi era Adriano il bambino mingherlino? E qual’era la sua storia?
Adriano era figlio unico, nato in una famiglia di gente che ha da fare.
Come tutti sanno, esiste la gente che ha da fare e la gente che non fa mai niente.
Ogni categoria ha il suo lato positivo e negativo, ma Adriano, che era nato in una famiglia di gente che ha da fare, supponeva che erano più felici i bambini che vivono in una famiglia di gente che non fa mai niente.
Ma in realtà non è così, ogni situazione può essere felice o triste a seconda di chi la guarda, perché la felicità o la tristezza sono come le lenti a contatto, se uno si mette le lenti a contatto felici vede tutto felice, se uno si mette le lenti a contatto tristi vede tutto triste, dipende da che lenti si hanno in quel momento.
Comunque di solito Adriano aveva le lenti a contatto medie… ovvero un po’ felici e un po’ tristi. E con le lenti a contatto medie lui si trovava bene ed era abbastanza contento.
Un giorno però, non sapeva nemmeno lui il perché, Adriano si era svegliato con le lenti a contatto tristi e non riusciva più a toglierle. Non sapeva perché era così triste, ma non era più capace di sorridere.
Era come se il mondo fosse privo di gioia all’improvviso. Dove se ne era andata tutta la gioia? La gioia se ne era andata a giocare con gli altri bambini ed Adriano era rimasto solo soletto con la sua tristezza.
Improvvisamente si sentiva troppo solo, e gli dava fastidio che tutti avessero sempre da fare. Strano perchè lui c’era abituato, giocava volentieri da solo con i suoi dinosauri di plastica, però adesso anche quel gioco era meno divertente.
Di notte faceva sogni sempre più reali, di quelli che quando ti svegli non capisci dove sei perché credevi che il sogno fosse vero.
Adriano si svegliava sempre più a fatica, e ogni volta che si svegliava aveva una forte delusione, allorchè si accorgeva che i dinosauri erano rimasti tutti nei suoi sogni e nella realtà da svegli i dinosauri non c’erano.
Una notte successe una cosa strana, mentre sognava i suoi dinosauri Adriano si accorse che uno dei dinosauri era scappato dal suo sogno.
Aveva aperto una finestra sulla realtà ed era uscito fuori come se niente fosse.
Adriano si svegliò di scatto, e iniziò a cercare per tutta la stanza in cerca di quel dinosauro scappato dai suoi sogni, ma niente, non lo riusciva a trovare.
Un giorno però mentre era ai giardinetti a fare una passeggiata vide un enorme brontosauro che correva in lungo e in largo cercando di spaventare tutti quelli che incontrava.
Adriano lo iniziò a seguire di nascosto: cavoli quello sembrava proprio il Brontosauro dei suoi sogni, come aveva fatto a finire ai giardinetti pubblici?
Boh! Mistero!
Un enorme brontosauro girava per i giardinetti pubblici, ma molti sembravano non vederlo, lo vedevano solo alcuni bambini. Il brontosauro sembrava arrabbiato e faceva a tutti Aargh! Come se volesse a tutti costi spaventare la gente.
Eppure quel brontosauro spaventevole aveva degli occhi buoni e tristi. Adriano capì subito che quell’enorme dinosauro era come lui, cioè indossava le lenti a contatto della tristezza e non riusciva più a levarsele.
E così Adriano pensò che forse, se lui avesse fatto amicizia col brontosauro, la loro tristezza sarebbe un pochino diminuita e forse quell’enorme dinosauro non avrebbe più avuto voglia di fare paura alla gente. Adriano sentiva che doveva farlo, in fondo era colpa sua se il brontosauro era scappato nella realtà a spaventare i bambini, doveva assolutamente rimediare.
Lo osservò senza paura, perché lui sapeva che quel brontosauro non era vero, ma era semplicemente scappato dalla sua immaginazione, e che quindi non gli poteva fare del male.
Si avvicinò, guardandolo fisso in quegli occhioni enormi opachi di tristezza e accarenzandogli il muso gli sorrise. Adriano sorrise con un sorriso che voleva dire: anch’io sono triste come te, perché non facciamo amicizia e così non siamo più tristi?
Il brontosauro si fermò a guardarlo incuriosito, lo annusò e cercò di sorridere anche lui.
Come ti chiami? -chiese Adriano.
Dagmar- rispose il brontosauro.
Io mi chiamo Adriano- rispose Adriano.
Questo fu l’inizio di una bella amicizia, Adriano adesso non aveva più bisogno di giocare con i dinosauri di plastica, perché ora aveva un dinosauro grande, bello e vivo con cui giocare! Inoltre il bello dei dinosauri che scappano dai tuoi sogni, è che sono proprio come li hai sempre sognati. Dagmar era grande e verde, col musone largo e tondo, gli occhioni grandi grandi grandi, con le pupille verde scuro e uno sguardo buono e simpatico. Piano piano i suoi occhi non furono più opachi di tristezza e diventarono lucidi di allegria.
Adriano e Dagmar iniziarono a passare tutto il loro tempo insieme, certo nessuno poteva vedere Dagmar a parte Adriano, ma a lui non importava, l’importante era avere qualcuno che aveva tutto il suo tempo libero per giocare con lui… e che giochi!!! Adriano lo cavalcava, poi scivolava giù lungo la sua schiena e la sua coda, poi faceva l’altalena o il salto della corda con quell’enorme codone. Poi giocavano a nascondino, solo che trovare Dagmar era troppo facile perché lui era troppo grande per riuscire a nascondersi bene, spuntava sempre una zampa o un ditone.
Ma ad Adriano non importava ed anche se lui lo trovava subito, faceva finta di cercarlo per un po’, tanto per permettere anche a Dagmar di divertirsi.
Alle volte Adriano e Dagmar andavano anche ai giardinetti a giocare, lì c’erano anche degli altri bambini, ma Adriano preferiva giocare con Dagmar, che era il suo migliore amico ed era anche di sicuro l’unico brontosauro nei paraggi.
Facevano dei giochi bellissimi, e Adriano pensava che non ci fosse nulla di meglio al mondo che giocare con un amico immaginario, e che d’ora in poi non sarebbe rimasto a giocare da solo mai più.
2 Comments:
Ma era un dinosauro o un brontosauro?
Credo che un brontosauro sia una razza di dinosauro. Come dire un collie o un cane.
Cmq grazie adoro ricevere critiche e commenti. Alla prossima!
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